La guerra della banane |
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La guerra della banane: un conflitto durato 15 anni Pubblicato in 07. gen, 2010 da Alessandro Niglia in News ALESSANDRO NIGLIA – Per “guerra delle banane” si intende la contrapposizione tra i paesi produttori del Sud America appoggiati dalle grande multinazionali, e l’Unione Europea che privilegia il rapporto con i c.d. paesi ACP( Africa-Caraibi-Pacifico). Fin dall’inizio la Comunità è stata accusata di aver violato le norme GATT ora WTO, concedendo preferenze commerciali ai paesi ACP in modo analogo a quanto avevano fatto Francia e Belgio nei confronti delle loro ex-colonie. L’accusa era quella di contrastare la clausola della nazione più favorita. La vera controversia inizia con il regolamento comunitario n.404/93 che istituisce l’ organizzazione comune del mercato delle banane. Francia, Spagna, Grecia e Portogallo riservavano l’accesso al mercato, delle banane comunitarie ed a quelle dei paesi ACP. Le importazioni di banane dai paesi terzi di un regime speciale che le consentiva di importare a dazio zero un contingente annuo di oltre un milione annuo di tonnellate. La coesistenza dei diversi regimi di offerta delle banane, le diverse regole d quantità e di dazi doganali delle importazioni escludeva un regime comune degli scambi sul mercato mondiale. Sicchè nel 1993 la Comunità ha ritenuto necessario istituire l’OCM delle banane. La direttiva europea ha scatenato le proteste delle grandi multinazionali (Chiquita, Del Monte e Dole, da sole controllano più del 50% del mercato mondiale). E contro il regime europeo si sono mossi gli Stati Uniti, dove guarda caso la “triade” multinazionale ha le sue sedi principali, imponendo delle sanzioni commerciali su una serie di prodotti europei. L’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha riconosciuto l’utilità di un accesso preferenziale delle banane Acp al mercato europeo. Ma ha anche stabilito che il sistema di importazione basato su quote e licenze è “discriminatorio” verso alcune compagnie.Una liberalizzazione del mercato danneggerebbe soprattutto i piccoli produttori caraibici. Nel maggio del 1996 USA e altri 4 paesi latino-americani ottengono dal WTO l’istituzione di un panel incaricato di verificare la compatibilità del regime comunitario d’importazione delle banane con le regole del WTO.Nel 1997 viene dichiarata l’incompatibilità del regime, quindi si istituisce un nuovo regolameno l’anno successivo anch’esso però condannato da da un nuovo panel. La Comunità Europea a sua decide di non presentare appello e gli USA applicano sanzioni per un valore di 191 milioni di dollari. Tramite il regolamento n.216/2001 il Consiglio modifica ancora il regime di importazione delle banane. L’Unione Europea trova un accordo con gli Stati Uniti e l’Ecuador. L’accordo prevede che dall’ 1.1.2006 il regime di importazione delle banane nell’Unione Europea sia basato esclusivamente sull’imposizione tariffaria e che la tariffa “sia tale da almeno mantenere l’accesso di mercato complessivo per i fornitori MFN di banane”. La disputa arriva alle sua svolta finale nel mese di dicembre del 2009. L’intesa è stata raggiunta a Ginevra, presso la sede dell’Organizzazione internazionale del commercio, ed è vista come un grande passo in avanti nelle trattative del Doha Round per la liberalizzazione degli scambi mondiali. In base all’accordo, Bruxelles ha accettato di ridurre le tariffe sulle importazioni di banane latino-americane, che sino ad oggi erano rimaste più elevate di quelle riservate ai paesi africani e caraibici, grazie a un regime voluto principalmente dai francesi, ma anche da inglesi e olandesi, per proteggere le proprie ex-colonie.I dazi in un primo tempo scenderanno da 176 euro a tonnellata a 148 euro, mentre ulteriori tagli dovranno portarle a 114 euro entro il 2017. Allo stesso tempo, l’Europa darà 200 milioni di euro ai paesi che saranno più colpiti dalla concorrenza delle molto più competitive banane sudamericane. |