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    ODM ed equilibri di potere Afdrukken E-mailadres

    Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio si possono raggiungere sovvertendo gli equilibri di potere

    di Moyiga Nduru

    Johannesburg, 16 marzo 2006 (IPS) – “Gli abitanti del delta del Niger, area ricca di petrolio, sono poveri non per mancanza di risorse, ma perché non hanno potere politico. Chi detiene il potere in Nigeria sta costruendo grattacieli a Lagos e Abuja, mentre nel delta del Niger non c’è nulla, e a livello globale accade lo stesso”.

    Sono queste le parole di Tajudeen Abdul-Raheem, vice direttore della Campagna del Millennio per l’Africa, con sede nella capitale keniana di Nairobi. La settimana scorsa ha partecipato ad una conferenza della Chiesa anglicana, dal titolo “Testimone profetico, sviluppo sociale, Hiv e Aids”, che analizzava l’avanzamento degli Obiettivi di sviluppo del millennio (MDG).

    Anche Roman Williams, Arcivescovo di Canterbury a capo di 77 milioni di anglicani, era presente alla conferenza durata una settimana e svoltasi nello snodo commerciale sudafricano di Johannesburg, insieme a oltre 400 ministri della Chiesa anglicana. La conferenza si è conclusa il 14 marzo.

    Secondo Abdul-Raheem, “è chiaro che non esiste volontà politica per raggiungere gli MDG. Se ci fosse stata, in Africa i primi sette obiettivi sarebbero stati realizzati senza problemi. Penso però che il problema sia l’obiettivo numero otto, legato ad aiuto, debito e commercio. I ricchi paesi occidentali non vogliono aprire i loro mercati alle nazioni povere”. “Questo minaccerà gli altri sette MDG. La soluzione, dunque, è cambiare le relazioni globali di potere in sede Onu, alla Banca Mondiale, al Fondo Monetario Internazionale e all’Organizzazione mondiale per il commercio. Senza cambiare gli equilibri di potere globali, non otterremo molto”, ha ribadito Abdul-Raheem.

    È d’accordo anche Salil Shetty, direttore della Campagna del Millennio per l’Africa. Nella sua analisi intitolata “Come gli anglicani possono aiutare a raggiungere gli MDG”, scrive: “La chiave per la Campagna del Millennio è che i paesi ricchi rispettino i loro impegni in favore dello sradicamento della povertà, come descritto – poco accuratamente – nell’ottavo degli obiettivi”.

    “Il che significa rispettare i loro impegni su aiuto, debito e commercio”, ha sottolineato Shetty.

    “Quanto all’aiuto, la priorità dei paesi sviluppati è quella di rispettare l’obbligo continuativo di destinare lo 0,7 per cento del PIL (prodotto interno lordo) agli ODA (aiuti allo sviluppo), insieme a un incremento nella qualità degli aiuti. Questo dovrebbe significare separazione e semplificazione delle procedure di aiuto, senza dover più sottostare alla politica”, ha aggiunto Shetty.

    “Quanto al debito, servirebbe una cancellazione più rapida e profonda: molti paesi africani pagano più in commissioni legate al debito che nella prevenzione della mortalità infantile. La sostenibilità del debito deve essere ridefinita in termini di raggiungimento degli Obiettivi del Millennio”.

    “Abbiamo bisogno di un ruolo più importante in ambito commerciale. Il che significa eliminare i limiti temporali delle sovvenzioni agricole che rendono più poveri i poveri, e riservare uno spazio politico per i paesi in via di sviluppo. Rivedere tutti gli accordi di proprietà intellettuale che avvantaggiano solo le TNC (corporazioni transnazionali), e ostacolano la sicurezza alimentare e le esigenze sanitarie dei poveri”, ha proseguito Shetty.

    Parlando con l’IPS a margine dell’incontro, Shetty ha sottolineato che i paesi ricchi spendono di più in armamenti che nella lotta alla povertà. “Prima della guerra in Iraq, la spesa militare aveva raggiunto 900 miliardi di dollari all’anno, mentre gli aiuti rimangono ancora a 70 miliardi di dollari all’anno”.

    “Per questo motivo vogliamo che i paesi ricchi aprano i loro mercati. Ci danno aiuto con una mano e ce lo tolgono con l’altra attraverso l’ingiustizia nel commercio”, ha spiegato.

    Ne risulta un’impossibilità dei paesi poveri a raggiungere gli MDG. “Seguendo la direzione attuale, e proseguendo secondo il motto ‘business as usual’, gli obiettivi non saranno raggiunti neanche entro il 2015, che ci sembrava una data lontanissima”, ha aggiunto.

    Secondo Shetty, “Tutti capiscono che questi obiettivi non saranno raggiunti nell’Africa sub-sahariana. Per esempio, l’obiettivo uno che intende dimezzare povertà e fame, ad oggi, potrebbe essere raggiunto dalla maggior parte dei paesi di quella regione solo nel 2147”.

    Meno di 20 su 53 dei paesi africani potrebbero soddisfare gli MDG entro il 2015, ha dichiarato Mamhla Mniki di African Monitor, organizzazione istituita dall’arcivescovo anglicano di Città del Capo, Njongonkulu Ndungane, per monitorare l’avanzamento degli MDG in Africa.

    Per esempio, secondo Mniki, l’obiettivo uno potrebbe essere soddisfatto entro il 2015 solo da Botswana, Burkina Faso, Cameroon, Egitto, Ghana, Lesotho, Mauritius, Libia, Sud Africa, Marocco, Tunisia e Uganda.

    Per l’istruzione primaria universale, Shetty ritiene che solo quattro paesi possono soddisfare i loro traguardi.

    Shetty crede che gli MDG possano essere soddisfatti con la volontà politica. “Molti dei paesi più poveri del mondo stanno dimostrando che gli obiettivi si possono raggiungere solo se esiste impegno politico, anche nelle circostanze più avverse, come quelle dell’Africa sub-sahariana”.

    Shetty aggiunge che: “Malawi, Eritrea e Gambia costituiscono esempi positivi per l’estensione dell’educazione primaria. Ghana e Mozambico stanno recuperando sul fronte della sanità, per non parlare di Uganda e Senegal sull’Hiv/Aids, o dell’Egitto, che in otto anni ha dimezzato il tasso di mortalità materna”.

    Bryan Davis Volcere, un prete anglicano delle Seychelles, ha detto di non conoscere povertà tra i 400 membri della sua parrocchia. Le Seychelles, piccolo arcipelago dell’Oceano Indiano con 81.000 abitanti, ha uno degli standard di vita più alti in Africa.

    “Non esiste povertà estrema alle Seychelles, il tasso dell’Hiv è molto basso, e abbiamo istruzione e sanità gratuita. Tutti hanno una casa, acqua corrente ed elettricità. Senza dubbio, soddisferemo gli MDG”, ha detto Volcere all’IPS in un’intervista. L’economia delle Seychelles si basa su turismo e pesca.

    Lo scorso anno il Dr. Luis G. Sambo, direttore per l’Africa dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha lodato Seychelles, Comoros, Capo Verde, Mauritius e Sao Tome e Principe per i progressi conseguiti nel campo della sanità.

    “In media, rispetto al resto dell’Africa, i vostri paesi sono più vicini a soddisfare gli MDG relativi alla sanità. Alcuni hanno già raggiunto quegli obiettivi”, ha detto in occasione di un incontro dei cinque stati insulari alle Seychelles.

    Le Seychelles non sono le sole a poter dichiarare che raggiungeranno gli MDG entro il 2015. Secondo Abdul-Raheem, il Sud Africa si è impegnato a raggiungere tutti gli MDG entro il 2014, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza.
    Articolo pubblicato su concessione di IPS – Inter Press Service

     

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