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    EPA, si firma per “tutelare” i piccoli agricoltori Afdrukken E-mailadres

    COMMERCIO-AFRICA ORIENTALE

    EPA, si firma per “tutelare” i piccoli agricoltori

    Rosalia Omungo

    DAR ES SALAAM, 6 dicembre 2007 (IPS) –

    La Comunità dell’Africa orientale ha firmato un accordo quadro nell’ambito dei colloqui degli accordi di partnership economica (EPA) con l’Unione europea (Ue), per garantire un accesso stabile dei piccoli agricoltori sui mercati Ue, segnala Juma Mwapachu, segretario generale dell’ente regionale dell’Africa orientale.

    La Comunità dell’Africa orientale (EAC) comprende Kenya, Tanzania, Uganda, Ruanda e Burundi, tra i paesi più poveri del continente africano. L’accordo quadro sullo scambio di merci prevede la riduzione e l’eventuale eliminazione delle tariffe sull’81 per cento delle importazioni Ue che entrano sul mercato EAC. Questo dovrebbe avvenire in diverse tappe.

    “Ci hanno relegato a un ruolo secondario, poiché ci hanno riferito che secondo l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) ‘al primo gennaio 2008, non ci sarà più un accordo preferenziale di Cotonou. Prendere o lasciare’”.

    “Vista la situazione, come potremo accedere al mercato Ue se non abbiamo un accordo che sostituisca quello di Cotonou?”, ha detto Mwapachu all’incontro del Processo di Helsinki su globalizzazione e democrazia conclusosi alla fine di novembre in Tanzania.

    Queste osservazioni si riferivano alle affermazioni delle organizzazioni della società civile, secondo cui l’Ue avrebbe potuto concordare un’estensione della deroga concessa dall’OMC per rinegoziare gli accordi di scambio tra l’Europa e le sue ex colonie in Africa, Caraibi e Pacifico (ACP).

    La conclusione degli EPA tra EAC e Unione europea è stata condizionata dalla volontà di assicurare che gli esportatori africani continuino a godere di un accesso al mercato libero da quote e dazi e che non vengano bloccati dal mercato a gennaio 2008, ha affermato.

    “Perché gli scambi commerciali funzionano così oggi? Perché il mondo ricco vuole continuare a relegarci in secondo piano. Ogni volta che avanziamo proposte concrete, ci considerano l’ultima ruota del carro”, ha detto Mwapachu.

    In un’intervista con l’IPS, Mwapachu ha detto che l’Ue è “preoccupata” del periodo di transizione di 25 anni previsto per la liberalizzazione dei mercati africani per le importazioni Ue, inizialmente concordato. L’insistenza dell’Ue nel ridurre questo periodo a 15 anni ha rappresentato uno scoglio nei negoziati nelle scorse settimane.

    Mwapachu ha sottolineato l’importanza degli aiuti allo sviluppo per aiutare gli stati dell’Africa orientale a creare le capacità di produzione e esportazione di fronte alle diverse barriere non tariffarie dell’Ue, come le norme sanitarie e fitosanitarie.

    “Abbiamo problemi di infrastrutture in Tanzania. C’è una scarsa produzione locale. Il punto è come riusciremo a costruire le capacità perché i nostri piccoli agricoltori siano in grado di esportare e di coltivare in modo competitivo. Realmente c’è da sperare che l’Ue permetterà che l’elemento sviluppo negli EPA contribuisca a risolvere gli impedimenti sui rifornimenti”.

    “Questo è un giorno molto triste per il futuro della Comunità dell’Africa orientale”, ha detto Yash Tandon, direttore esecutivo dell’istituto di ricerca intergovernativo South Centre di Ginevra, riferendosi alla notizia della firma degli EPA da parte della EAC.

    L’EAC avrebbe dovuto chiedere più tempo per riflettere sulle implicazioni dell’accordo quadro sullo scambio di merci che ha firmato.

    Secondo Tandon, Uganda e Tanzania sono coperte dall’accordo commerciale Ue Everything But Arms (EBA), perciò non avrebbero subito nessuna perdita nell’accesso al mercato se non avessero firmato l’accordo quadro.

    Il Kenya avrebbe potuto richiedere il Sistema generalizzato di preferenze plus (SGPp) dall’Ue, un accordo di scambio preferenziale che è a disposizione di un piccolo gruppo scelto di stati in via di sviluppo, segnala Tandon.

    “Io credo che abbiano ricevuto delle pressioni per firmare l’accordo, che avrà gravi ripercussioni; non abbiamo avuto il tempo di valutare queste ripercussioni”. (FINE/2007)

    http://www.ipsnotizie.it/nota.php?idnews=1063

     

    APE

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